lunedì 27 marzo 2017

COMe



IL LUOGO, IL TEMPO, LA CRISI
Da William Gates a Alvin Toffler, fino a penetrare nelle esperienze di architettura più audaci dei nostri tempi, come quella di Bilbao o quella di Helsinki.
Cosa è cambiato?
Pensiamo agli anni ’60 e ’70, anni in cui il metodo di costruire la città era basato sullo studio della città consolidata e strutturata. Oggi invece si guarda a chi ha studiato rivolgendosi alla complessità, all’interscambio ma soprattutto alla residualità, alla stratificazione e all’ibridazione: “le più gradi opere sono quelle di ripensamento della città, delle sue intersezioni, dei suoi flussi dinamici, dei suoi nessi complessi.”1. Questa frase suggerisce l’immagine di una città nuova, che è un grande contenitore di funzioni diverse che convivono, che arricchiscono il sistema simultaneamente, che come una ragnatela si incontrano e intrecciano.
L’idea della rete o ragnatela è sia funzionale che spaziale: “Possiamo lavorare in ogni luogo, perché questo permettono i nostri cordoni ombelicali informatici, possiamo anche contemporaneamente lavorare e passare il tempo libero, produrre e consumare e, tra non molto, dormire apprendendo.”2, quindi “Sempre meno il ‘luogo’ diventa in sé fattore importante”3.



Perché?
“Essa (la storia dell'arte in Europa) desta lo stesso la fede segreta dell'epoca. 'Sostanza di cose sperate'”. Con queste parole Edoardo Persico in un percorso, nel tempo e nel luogo, in cui si affacciano un’infinità di esempi di evoluzione e mutazione. Per chiarezza bisogna specificare che la frase viene rivolta alla storia dell’arte, ma la nostra interpretazione è rivolta tutti i settori investiti dalla rivoluzione informatica, quindi tutta la nostra società.
Il mutamento nasce da una esigenza collettiva, in cui vince l’apertura al molteplice, l’inserimento delle ipotesi e, parola spiazzante per l’apparenza contraddittoria, l’individualità!

I tempi sono cambiati, non si può più vivere nella concezione di Henry Ford “The can have a car any color they like, so long it’s black”, oggi l’Information Technology entra in un sempre maggior numero di attività umane e ne consente la soggettivizzazione. 




Come?
Per citare Mies Van Der Rohe "Il tempo nuovo è una realtà; esiste indipendentemente dal fatto che noi lo accettiamo o lo rifiutiamo. Non è né migliore né peggiore di qualsiasi altro tempo, è semplicemente un dato di fatto ed è in sé indifferente ai valori. Quel che importa non è il 'che  cosa' ma unicamente e solo 'il come'". Queste parole furono pronunciate in sede del congresso del Werkbund a Vienna nel 1930, sono passati quasi novant’anni e queste parole non potrebbero essere più attuali! Le esigenze e le conoscenze tecnologiche in quegli anni erano diverse, ma ogni epoca ha la sua “sostanza”, sta alla nostra intelligenza aprirsi, usando la crisi del tempo per farne un valore, una morale contraddittoria e suscitare un’estetica di rottura, parafrasando le parole di Baudrillard.

1. Antonino Saggio, Nuove sostanze – informatica e rinnovamento dell’architettura, in “Il Progetto”, 2000
2. Antonino Saggio, Nuove sostanze – informatica e rinnovamento dell’architettura, in “Il Progetto”, 2000
3. Antonino Saggio, Città, in Introduzione alla Rivoluzione Informatica in Architettura, Roma, Carocci Editore, 2007

martedì 14 marzo 2017

MULTIPLE CHOICE

NOZIONISTICA
1. In quale anno si colloca l'inizio della terza ondata?

a. 1980
b. 1756
c. 1650
d. 1956


DEFINIZIONE
2. Cosa intendiamo per ruolo strutturale dell'informazione?

a. il ruolo di una tecnica specifica di calcolo
b. il ruolo che hanno le news nella società
c. il ruolo che ha l'informazione nel mondo di oggi
d. il ruolo preponderante che ha l'informazione oggi, che storicamente è variato nel tempo

TRABOCCHETTO
3. Con quale teorema si può spiegare la terza ondata di Toffler?

a. Il teorema dell'oliva
b. Il teorema del mandarino
c. Il teorema dell'automobile
d. Il teorema può essere applicato a tutti i precedenti casi


INTERPRETAZIONE
4. Cos'è un punto?

a. una figura adimensionale
b. un dato
c. un simbolo
d. una stella


LIBERA
5. Cosa si intende per "mondo overchoice"?

a. mondo dell'iperscelta e dell'ipersoggettivizzazione
b. un valore aggiunto in design
c. la libertà di scegliere
d. un sito per la personalizzazione di prodotti

INFORMAZIONE, ARCHITETTURA, COMUNICAZIONE

"PER OGNI PROGETTO UN'IDEA"

Nell'ultima lezione si è parlato di comunicazione marsupiale, informazione e architettura-comunicazione, ponendosi il sostanziale problema del significato.
Volendo fare una rapida introduzione storica a questo discorso credo sia necessario partire dal 1945, con la fine della guerra.
Sulle ceneri di un mondo precedentemente basato su lotte di potere e lo sfruttamento dell'industrializzazione per potenziare le forze armate, ci si ferma, come al risveglio da un incubo. Era necessario ricostruire, ricominciare, ragionando su quali fossero quantitativamente e qualitativamente le risorse da sviluppare. Si capisce che due sono i settori su cui far leva: la pianificazione urbanistica e la coniugazione tra ricerca architettonica ed espressiva.
Il primo punto venne assolto da prima con la Carta di Atene, poi con INA Casa e così via cercando un ridisegno delle città, sulla base di standard, ma anche di nuove idee di articolazione.
Il secondo punto invece riguarda il problema del significato che ho menzionato inizialmente.
Viene da sé che in un periodo di ricostruzione, che si estende negli anni successivi, si sia rimesso in discussione il precedente e più tradizionale approccio all'architettura. Per citare Frank Lloyd Wright "A noi non interessano i monumenti", con queste parole egli vuole criticare la definizione della parola Monumento come era intesa tra le due guerre, cioè usata per esprimere la potenza di uno Stato, spesso dittatoriale, al fine di magnificare l’autorità, il comando, la gerarchia. Per Wright e per gli architetti contemporanei il monumento diventa tutt'altro: l'architettura si fa simbolo, un fatto civico, come ci conferma Frank Gehry con il Museo Guggenheim a Bilbao.
Da questi primi anni in cui si inizia a parlare della ricostruzione di significato ci si avvia in un nuovo percorso, fatto di osservazione e sperimentazione, non a caso è proprio Alvin Toffler a collocare nella seconda metà degli anni '50 l'inizio della terza ondata, fenomeno che "non guardava solo la produzione dei beni informativi veri e propri, ma investiva anche la produzione dei beni materiali tradizionalmente intesi".1
In questi anni inoltre non va dimenticato lo studio intensivo che si sta facendo sul cemento armato e la precompressione: questo dà una grande spinta nel campo dell'ingegneria e dell'architettura, sia dal punto di vista tecnico, sia operativo, sia architettonico. La ricerca in questo campo ha consentito alle personalità più audaci di questa fase storica di fare un passo avanti e liberare la forma verso un nuovo essere, al fine cioè di trovare una nuova identità.
Cosa si intende con simbolo, perché e come farlo?
Cito qui tre opere di grandi architetti per rafforzare il discorso.

Pensiamo a Eero Saarinen e alla sua Cappella e Auditorium Kresge a Cambridge degli anni '50, la prima costruzione a guscio e una delle rare opere in cemento armato in quegli anni in America; oppure al Terminal della TWA dell'aeroporto di New York del 1956-62, in cui è significativo l'uso l'uso del cemento armato e la fluidità della creazione degli spazi, che per lui gioca un ruolo centrale. La cosa più importante però che possiamo dedurre da Saarinen è che lui rifiuta ogni idea assoluta. "Per ogni progetto un'idea" sembra il suo credo. "Eero non opera secondo uno stile riconoscibile, ma al contrario si muove per problemi idea [...]. Il suo apparente eclettismo è incomprensibile dalla generazione precedente che aderisce strettamente ad un credo, che è insieme un fatto stilistico, una teoria, una prassi per affrontare i problemi e una più generale adesione ideologica."2 .



Negli anni '50 la società si inizia ad aprire e nuovi paesi voglio presentarsi al mondo,con progetti di scale diverse a seconda della situazione. In questo contesto troviamo Jorno Utzon, nordico che crede nella possibilità di fondere uomo e natura, incline alle forme naturali e al movimento, ma soprattutto conferma il credo di Saarinen: Utzon infatti "sa che opere diverse per scala e programma debbono avere risposte diverse." e non solo "Per Utzon al mondo delle certezze ideologiche della generazione precedente di deve sostituire un metodo sperimentale e una ricerca eterogenea di suggestioni". Questi punti sono tutti estremamente chiari nell'Opera House di Sidne del 1956-73. 3



Infine la Cappella di Ronchamp di Le Corbusier, opera in cui il maestro demolisce tutti i cinque punti da lui enunciati negli anni '20. "Sembra quasi che la ricetta di Saarinen con il suo "a  ogni progetto una soluzione" sia adottata addirittura da colui che era stato il più grande teorico della nuova architettura. Le Corbusier eclettico? Tutt'altro: il grande maestro è di nuovo tra i primissimi a comprendere che all'epoca delle certezze se ne va sostituendo un'altra."4.



Abbiamo visto dunque come dalla fine della guerra, con un tentativo, un salto, per rispondere alla crisi che si viveva, c'è stato un cambio di paradigma!
Ne stiamo ancora parlando e non si è ancora fermato questo processo, siamo in continua evoluzione, nel mondo delle informazioni, impegnati nel rispondere a sempre nuove tematiche messe in circolo. "È avvenuto che il mondo, e gli architetti se ne stanno rendendo conto, è mutato e che siamo nell'epoca delle informazioni, nel pieno della Rivoluzione Informatica. E l'epoca informatica funziona non più per messaggi assertivi, causa effetto, ma per messaggi metaforici, traslati. Un edifico non è più buono solo se funziona ed è efficiente, insomma se è una macchina, ma deve dire e dare di più."5.

Mi rendo conto si potrebbero fare mille esempi, mi fermo su questo filone, avendo voluto approfondire con quale criterio alcuni tra i più grandi architetti della storia abbiano risposto alla crisi che avevano davanti riconoscendo che era finito il tempo della standardizzazione e che ogni intervento, ogni scala, ogni idea va calibrata e pensata singolarmente.


1. Antonino Saggio, Il ruolo della comunicazione e dell'informazione, in Architettura e Modernità, Roma, Carocci, 2010
2. Antonino Saggio, Saarinen: "magie" e strutturali, in Architettura e Modernità, Roma, Carocci, 2010
3. Antonino Saggio, Jorn Utzon, in Architettura e Modernità, Roma, Carocci, 2010
4. Antonino Saggio, Un cambiamento di prospettiva, in Architettura e Modernità, Roma, Carocci, 2010
5. Antonino Saggio, La via dei simboli, in "Coffee Break", 2000

martedì 7 marzo 2017

LE POTENZIALITA' DELLA REALTA' AUMENTATA


 LE POTENZIALITÁ DELLA REALTÁ AUMENTATA


Ho riflettuto molto dopo la lezione sulla definizione di informazione, non nascondo che non avevo mai riflettuto attentamente su questa parola né l'avevo mai interpretata nei termini in cui mi è stata posta. 
Ho trovato il discorso illuminante e ho colto l'occasione per cercare anche io un esempio, uno spunto che mi facesse comprendere meglio la questione. 
Caso vuole che proprio in questi giorni sono entrata in contato con un tecnico, il quale mi ha coinvolto in un'iniziativa sbalorditiva che non conoscevo, non così da vicino.
Questi da anni lavora alla creazione e perfezionamento di applicazioni che sfruttano la Realtà Aumentata.


Mi sembra giusto fare prima di tutto una sintesi relativa alla materia, facendo una importante distinzione tra Realtà Virtuale e Realtà Aumentata.



 LA REALTÁ VIRTUALE
Il termine ha assunto molte declinazioni e la differenza l’ha fatta spesso la tecnologia con cui vi si è avuto accesso. La tecnologia è infatti l’elemento in grado di effettuare il balzo spazio temporale tra la dimensione reale e quella virtuale, ove tutto cambia.
 
La Realtà Virtuale nasce nel 1957, quando il regista Morton Heilig creò Sensorama, un apparecchio pensato per immergere lo spettatore all’interno dell’esperienza cinematografica. 
Ci vollero anni perché la tecnologia fosse ripresa e perfezionata: ad aiutare è sicuramente l'avvento dei dispositivi mobili. 
A dare un vasto assaggio di questa visione è Intel nel corso della sua conferenza al CES di Las Vegas, tenuta da Brian Krzanich. Nella manifestazione sono state allestite ben 260 postazioni per dimostrare al pubblico le potenzialità di questa tecnologia, facendoli immergere in un mondo virtuale! E non solo: alla conferenza vengono presentati anche dei droni in grado di portare virtualmente chiunque in qualsiasi luogo! 



Volendo parlare del nostro settore, questa è una innovazione enorme: immaginiamo con quale facilità si potrebbero così effettuare verifiche ed ispezioni in luoghi difficili da raggiungere per l'uomo, per individuare guasti e problemi di qualsiasi natura, minimizzando costi, tempi e rischi.




 LA REALTA AUMENTATA
Da Augmented Reality, questa tecnologia può essere definita come una unione  tra l’immagine reale e quella virtuale: all’immagine reale, in sostanza, vengono sovrapposti dei particolari virtuali che la integrano, creando così un unico ambiente.





  Dunque:
Realtà Virtuale = mondo virtuale
Realtà Aumentata = mondo reale + oggetti virtuali
 
 
E' qui che si inserisce la mia esperienza, in un timido avvicinamento a una materia tanto complicata. 
Come dicevo si sta sviluppando una applicazione. Questa consente, sfruttando la Realtà Aumentata, di vedere tramite smartphone o tablet oggetti virtuali alla mostra della ceramica di Montefiascone.
Precisamente la tecnologia è resa possibile grazie ad un software dotato di particolari dispositivi di rendering e tracciamento. Individuando dei punti fissi in uno spazio, tali dispositivi tracciano degli oggetti o delle forme e vi agganciano gli oggetti virtuali desiderati, permettendogli di seguire tutti i movimenti in tempo reale. 
 
 


La tecnologia ha delle implicazioni interessanti e stimolanti per il futuro, anche perché non posso fare a meno di immaginarle applicate al nostro settore: pensiamo alla possibilità di inquadrare con il cellulare un monumento... Con un movimento semplice ci potremmo immergere nella storia di questo, vedendo come se fosse vero il suo passato, in ogni passaggio! Pensiamo all'immenso patrimonio culturale che abbiamo, quanto è andato perso e quanto si potrebbe vedere in questo modo! Inoltre trovo affascinante la testimonianza per i posteri che si potrebbe lasciare, poiché diventerebbe un sistema per preservare l'immagine realistica di un bene che un giorno potrebbe non esserci più. 
Mi sembra doveroso qui fare una precisazione: non sto dicendo che il virtuale sia migliore del reale. Nulla toglierà mai la straordinaria forza che ha un manufatto concreato. Penso però che il virtuale, la tecnologia, l'informatica, l'informazione, siano un treno in corsa, non lo possiamo fermare! E sarebbe sciocco pensare di farlo. 
 
Sta alla nostra intelligenza capire come sfruttarla al nostro servizio e per la nostra necessità, riducendo la complessità ad un con un semplice gesto, sempre verso il futuro.